Situata a circa 60km a nord di Bucarest, la capitale rumena, Ploiesti era il cuore della produzione di petrolio rumena.
Durante la Seconda guerra mondiale c’erano almeno 12 complessi di raffinerie attorno alla città.
Astra Romana era la più grande raffineria in Europa, affiancata da altre tre quasi altrettanto grandi. La produzione totale di petrolio raffinato era superiore a 10 milioni di tonnellate, cioè circa il 35 per cento del fabbisogno di petrolio della Germania.
Due incursioni singole vennero organizzate partendo dall’Africa Settentrionale nel 1942 e nel 1943, e in seguito, nel 1944, la 15° Air Force pianificò una prolungata campagna, della durata di sei mesi, contro Ploiesti.
Nel 1943, anche un cieco avrebbe indovinato che gli equipaggi dei B-24 Liberator in Libia stavano preparandosi per una missione segreta, poiché volavano a quota così bassa che i loro ventri quasi sfioravano il deserto.
Gli Alleati erano convinti che l’invio di una flotta di bombardieri pesanti contro gli impianti petroliferi tedeschi avrebbe alterato il corso della guerra.
L’anno precedente, il 12 giugno 1942, dei B-24 appartenenti a un gruppo chiamato Halpro erano diventati i primi bombardieri pesanti americani ad attaccare la “Fortezza Europa” con un’incursione contro le raffinerie di petrolio di Ploieti, in Romania.
L’incursione provocò scarsissimi danni, ma la vittoria nel deserto dell’Africa Settentrionale permise agli alleati di pianificare un attacco assai più ambizioso contro Ploieti.
Per quanto fosse un’operazione segreta, non era difficile da prevedere.
Il secondo tentativo di bombardamento su Ploieti fu chiamato in codice “Tidal Wave” (onda di marea) e fu organizzato partendo da aeroporti nelle vicinanze di Bengasi, in Libia.
Il Consolidated B-24D Liberator era l’unico bombardiere pesante disponibile per questa missione ed era forse il migliore. L’US Army Air Forces aveva scoperto che il B-24 poteva portare un carico di bombe superiore a quello del Boeing B17 Flying Fortress: 3628kg contro 2721.
Inoltre poteva trasportare questo carico più lontano e più velocemente.
Il B-24D non era ben equipaggiato con corazzature o armamento difensivo, ma il carico bellico, la velocità e l’autonomia erano le qualità più importanti per il massiccio attacco su Ploiesti, e il B-24 le possedeva tutte.
Descrizione del B24 "Liberator"
La colossale flotta da bombardamento, che si lanciò all’attacco dalle basi aeree del deserto ricoperte di polvere decollando alle 4.00 di mattina del 1° agosto 1943, consisteva di B-24 Liberator appartenenti a non meno di cinque gruppi di bombardamento il 44° (Eightballs), il 93° (Traveling Circus), il 98° (Pyramiders), il 38° (Sky Scorpion) e il 376° (Liberandos). Un aereo si schiantò al decollo. Un altro piombò in mare.
L’aereo di testa venne attaccato da un caccia tedesco Messerschmitt Bf 109, lanciò le sue bombe prematuramente e si schiantò al suolo.
Il caccia tedesco Messershimitt BF109 G
due belle foto di un ME 109 restaurato e rimesso in condizioni di volo
Sopra il bersaglio errori di navigazione comportarono che alcune delle raffinerie fossero attaccate da troppi Liberator, mentre altre da troppo pochi.
Per eludere i caccia e la flak molti dei bombardieri urtarono contro i cavi innalzati dai palloni frenati come barriere poste sulla loro rotta.
Un B24 sorvola a bassa quota le raffinerie di Ploiesti durante l'attaccco
Un B24 colpito dalla Flack
Per molti, in considerazione dell’attacco a bassa quota in condizioni di elevata turbolenza, contrastato con accanimento dalla flak e dai caccia nemici, gli equipaggi dei Liberator che bombardarono Ploiesti vanno annoverati tra gli uomini più coraggiosi che abbiano mai preso parte a una missione aerea.
Ma avrebbero potuto avere successo? Il comandante delle forze aeree nella regione, il generale Lewis H. Brereton, così aveva illustrato le finalità del raid: << Ritengo che il fattore sorpresa giocherà pesantemente in nostro favore. E' necessario assicurare i danni più pesanti possibili nel corso del primo attacco. A causa della lunga distanza intercorrente, oltre duemila miglia (3218 km), e del pericolo di trovare pessime condizioni meteo, ritengo che le nostre formazioni potrebbero raggiungere l’obbiettivo troppo disperse tra loro, senza pertanto colpire il bersaglio da alta quota con la stessa efficacia che avrebbero nel caso di un attacco a bassa quota».
Dopo aver studiato gli obiettivi, Brereton decise a favore del bombardamento da bassa quota.
Egli era consapevole delle terribili prospettive che si presentavano: "Ci aspettiamo di subire il 50 per cento di perdite, ma anche se dovessimo perdere tutti gli aerei impegnati, riuscendo a colpire l’obiettivo, ne sarà valsa la pena.”
Nel mezzo di un vero inferno, gli equipaggi dei B-24 dimostrarono grande eroismo. Il tenente colonnello Addison Baker, a bordo di un aero chiamato Hell’s Wench, raggiunto da numerosi colpi tra cui un proietto da 88 mm, avrebbe potuto atterrare sul venre in un campo aperto: si gettò, invece, in fiamme contro alcune ciminiere.
Il colonnello Leon Johnson perse nove erei su una formazione di 16, subendo così perdite maggiori di quelle previste a Brereton, ma continuò il suo attacco nonostante il muro di fuoco della conraerea tedesca.
Baker, che morì, e Johnson, che sopravvisse, furono due dei cinque uomini decorati quel giorno con a più alta onorificenza degli Stati Uniti,la Medaglia d’Onore.
La vista dei Liberator a bassa quota su Ploiesti è uno degli avvenimenti più memorabili nella storia della guerra. Nonostante le munitissime difese, il bombardamento ebbe successo, infliggendo danni considerevoli su gran parte dei campi petroliferi rumeni.
A testimonianza del livello di difficoltà di questa missione è sufficiente un dato: il numero conosciuto delle vittime al suolo non fu superiore a quello di coloro che morirono a bordo degli aerei.
I rapporti finali dichiarano che decollarono 179 Liberator, 14 interruppero la missione e 165 attaccarono. Tra i B-24 perduti, 33 furono abbattuti dalla flak e 10 dai caccia. Cinquantasei Liberator vennero danneggiati. Otto aerei ripararono in Turchia.
Di tutti i B-24 che ritornarono in Africa Settentrionale, 99 raggiunsero le basi di partenza, mentre i rimanenti 15 atterrarono altrove. Morirono cinquecentotrentadue aviatori. Successive incursioni vennero ef fettuate contro gli impianti petroliferi tedeschi.
Ploiesti fu ripetutamente colpita da incursioni che partivano da basi nell'Italia meridionale. Nonostante tutto non fu mai provato se questi bombardamenti ebbero un effetto decisivo sulla capacità della Germania di rifornire di combustibile le proprie forze armate.
(Tratto da Aerei da Combattimento)
Edited by Cowboy President - 27/6/2012, 08:59