DEBRIEFING OPERATION BLACK OUT La guerra ai cartelli della droga si fa sempre più accesa e noi ci siamo dentro in pieno.
Siamo appena tornati dalla missione “White Gloves” che ci ha visti smascherare e distruggere il folle piano di Hans Bauer che veniamo richiamati in servizio per tornare nel martoriato paese sud americano.
La CIA ha richiesto l’intervento di un team di special force per localizzare e catturare il famigerato Camillo Torres,detto “El Matador”, capo del cartello di Cali. Torres era già stato “oggetto” delle attenzioni della CIA e della DEA che avevano cercato, con l’Op.” Just Cause” del 2012 di catturarlo ma “El Matador” era riuscito a sfuggire.
Sarà nostro compito cercare di localizzare e catturare “El Matador” risalendo le tracce lasciate dal suo giro di affari per poi localizzarlo e catturarlo sul campo dato che Torres si sposta di continuo tra le foreste ed i campi che circondano Bogotà.
Il primo passo sarà quello di individuare la banca dove Torres custodisce i suoi fondi neri e i file relativi ai suoi conti cifrati all’estero, lo scopo è quello di impadronirci delle info relative ai conti cifrati per bloccarli e mettere così Torres ed il cartello di Calì alla corda. Sappiamo, inoltre, che l’avvocato di fiducia di Torres custodisce delle informazioni che potrebbero portarci al “Matador”, pertanto dovremo cercare di “convincerlo” con le buone o con le cattive. Per agire a Bogotà potremo avvalerci della rete clandestina della CIA che potrà darci supporto.
Abbiamo le nostre informazioni e sappiamo anche, in linea di massima, qual è la zona dove Torres si nasconde, alternando la sua presenza su vari villaggi della zona ( 5 villaggi) . Inoltre abbiamo avuto informazioni sulla presenza di due torri di avvistamento allestite dai narcos per individuare eventuali movimenti delle truppe governative, dato che saremo in zona andremo a farli una “visitina” per dare una mano ai ragazzi dell’esercito colombiano.
Provvediamo a pianificare le varie azioni da compiere, divideremo il team in due brick per le azioni a Bogotà, quando invece ci trasferiremo in A.O. cercheremo invece di muoverci uniti per massimizzare la nostra potenza di fuoco. I due team saranno così composti, Alpha: Cowboy, Gecko, Maresciallo e Crack, Bravo: Commando, Ghianda, OneShot e Cofano.
Per tutte le azioni a Bogotà opereremo assolutamente in abiti civili ed esclusivamente con le nostre armi corte contando sull’aggressività e l’imprevedibilità per aver ragione dei narcos del cartello di Calì, sul campo poi adotteremo un abbigliamento irregolare per essere meno facilmente identificabili come militari. Ok, crediamo di aver pensato a tutto, siamo pronti, ci rechiamo all’aereoporto per prendere un normale volo di linea fino a Bogotà ( il nostro equipaggiamento verrà invece spedito al consolato USA con valige “diplomatiche” ).
Atterrati a Bogotà ci rechiamo alla “Safe House” indicataci dalla CIA dove abbiamo un briefing con il responsabile dell’Agenzia per Bogotà. Jonny Reitan, il capo sezione CIA, ci illustra la situazione.
Una volta che avremo individuato la banca dove Torres tiene i suoi denari dovremo simulare una rapina, introducendoci da falsi operari della manutenzione. Per individuare la banca sfrutteremo la consegna periodica di titoli al portatore e contanti che regolarmente “ElTesorero”, il contabile del cartello” fa ad un impiegato della banca in un noto bistrot si Bogotà. Individuata la banca ricorreremo ad un mafioso russo per farci stampare dei badge di riconoscimento che ci consentiranno di introdurci nell’istituto bancario e di rapinarlo. Un contatto della CIA che incontreremo presso l’annuale fiera del libro di Bogotà, dietro lauto compenso, introdurrà nella banca un’arma che potremo usare dato che noi non potremmo, comunque, far passare le nostre pistole dal metal detector della banca. Tutto questo sarà compito del team Alpha, il team Bravo invece si occuperà dell’avvocato di Torres, tendendogli un agguato, eliminandone la scorta e rapendolo per ottenere le informazioni di cui si presume sia in possesso.
Ok, è tutto chiaro, passiamo alla fase operativa di Operation Black Out, all’uscita della Safe House, con qualche sfottò ed un grande in bocca al lupo i due brick si dividono. A questo punto, per quanto rioguarda la fae 1 dell’operazione, effettuerò solo il debriefing per il team Alpha lasciando quello del team Bravo a Commando che ne era il team leader.
Ci imbarchiamo sul mezzo della CIA, mi viene data l’opportunità di scegliere tra due zone di inserimento per raggiungere il Bistrot. Dopo aver esaminato la pianta della città e verificata la posizione anche della location della Fiera del Libro scelgo la zona di inserimento ad ovest del Bistrot.
Il mezzo dci deposita sul posto dopo un viaggio di circa cinque minuti. Non perdiamo tempo e ci muoviamo alla volta del locale. Abbiamo stabilito di dividerci in due coppie ( Gecko e Crack, Cowboy e Maresciallo), ognuna dotata di macchina fotografica con teleobiettivo, giunti ad un isolato dal Bistrot ci divideremo e ci avvicineremo dalle due estremità della strada dove è situato il locale in modo da avere, in ogni caso, una buona visuale sullo scambio ed individuare il soggetto che ci interessa.
Arriviamo in anticipo e, mentre aspettiamo, io e Maresciallo ci rechiamo alla Fiera del Libro, situata a poche centinaia di metri, effettuiamo il rendezvous con l’informatore della CIA che ci fornisce ( ovviamente dopo che sborsiamo un bel po’ di dollari) una pianta della banca con indicato il posto dove verrà occultata una pistola.
Ok, torniamo alla nostra posizione e comunichiamo a tutto il resto del team che l’OBJ “Fiera del Libro” è stato acquisito. Di rimando ci arriva la confortante notizia dal team Bravo del pieno successo dell’OBJ “Avvocato” e del conseguimento di info per un successivo obiettivo. I ragazzi di Bravo si stanno già muovendo per realizzarlo.
La comunicazione radio di Gecko ci riporta alla realtà, al Bistrot c’è movimento. Ci attiviamo, facendo “finta di nulla” le due coppie ( Gecko e Crack si sono anche fatti una birra ad un bar di fronte al Bistrot) si avvicinano ad una sessantina di metri guadagnando una buona visuale sul locale. Perfetto, lo scambio viene debitamente immortalato, è fatta, l’OBJ è conseguito al 100%, tutti contenti ci rimettiamo in movimento verso la Safe House dove, grazie alla foto del bancario riusciremo a individuare quale sia la banca utilizzata dal ”Tesorero” per gestire i conti del “Matador” e conservarci le info importanti relative ai suoi conti all’estero. Alla Safe House individuiamo il Banco “Santander”, perfetto, adesso possiamo recarci dal russo e farci stampare i badge falsi che ci consentiranno di entrare nella banca spacciandoci per operai della manutenzione.
Nel frattempo Commando e Ghianda ci raggiungono, sono riusciti a compiere anche l’altro OBJ rappresentato da una prigione dove hanno effettuato una splendida azione con le loro pistole eliminando i narcos di guardia e conseguendo l’OBJ al 100%,l riuscendo ad ottenere info importanti per poter catturare il figlio di Torres in Area Operativa, i nostri sono riusciti anche ad ottenere info che riguardano la localizzazione del villaggio dove si trova uno dei vice di Torres.. Tutti insieme raggiungiamo la casa del russo, Gecko e Crack prendono contatto con il mafioso e, dopo che Gecko si sottopone ad una insidiosissima ed inquietante roulette russa, ottengono i badge per entrare nella banca.
Tutti insieme raggiungiamo la banca. Lasciamo alla custodia di Commando e Ghianda i nostri marsupi con dentro le pistole ed entriamo passando dal metal detector spacciandoci per operai addetti alla manutenzione dell’impianto idrico e di climatizzazione. Con una scenetta degna di un cabaret ci disperdiamo ai quattro angoli dell’istituto di credito distraendo le due guardie alla porta.
Gecko recupera la pistola e me la nasconde dietro la schiena sotto la maglietta, sempre cianciando mi avvicino alle guardie ed all’improvviso estraggo la pistola minacciandole. Rapidi Maresciallo e Crack le disarmano mentre Gecko disattiva il metal detector. Utilizzando la pistola di una delle guardie Maresciallo disarma anche una terza guardia posta di fronte al caveau.
Ci impadroniamo delle chiavi e penetriamo nel caveau.
Io recupero i soldi presenti mentre Gecko si piazza al computer e lancia un programma che consente il recupero dei dati che ci servono.
Ok, mission accomplished , tutto perfetto.
Rientriamo allegri alla Safe House, la prima fase della gara è terminata con tutti gli OBJ conseguiti al 100%.Per la seconda fase sul campo dovremo attendere le 00.00. Inganneremo il tempo andando a rifocillarci allegramente presso uno dei tanti locali di Bogotà/Cerignola.
H2300 sierra (local)- somewere in Colombia
Siamo alla Foward Operative Base della CIA , ci prepariamo con cura verificando l’equipaggiamento. Con Commando, Crack e Gecko riesaminiamo il nostro piano di azione vagliando, sulla carta, le varie alternative che abbiamo. Sappiamo, grazie all’azione del team Bravo,quale sia il villaggio, tra quelli presenti in Area Operativa,dove potremo incontrare il famigerato “Pequeno”, uno dei capibanda di Torres e ricavare da lui informazioni rilevanti per individuare il nascondiglio del Matador, nel contempo dovremo anche neutralizzare la torre di avvistamento allestita dai narcos per controllare i movimenti delle truppe governative nella zona ed individuare il luogo dove tengono nascosti i mortai che ha acquistato “El Matador” per scoraggiare le azioni delle truppe di Bogotà.
Pianifichiamo di recarci ad ovest del’A.O. per individuare se la torre di osservazione ivi localizzata sia operativa e, eventualmente, neutralizzarla , dopo di che cercheremo di beccare “Pequeno” e estorcergli le info di cui è in possesso dato che il villaggio dove è stato localizzato è nelle vicinanze della torre. Ci infiltriamo muovendoci velocemente lungo i sentieri e le carrabili presenti sul campo. Stiamo però in guardia per non incappare in pattuglie di narcos che potrebbero scorazzare nella zona. In un paio di occasioni, infatti, si occultiamo nei campi a margine della strada o al riparo di casolari per il passaggio di autovetture e fuoristrada.
In avvicinamento alla torre di guardia ad ovest vediamo che il sito è illuminato, vi sono diverse luci che si muovono nel buio a riprova del fatto che il sito è presidiato.
Incoraggiati dal fatto di aver localizzato da subito la torre operativa ci avviciniamo, a circa duecento metri dal sito, che continua ad essere illuminato da diverse torce, usciamo dal sentiero ed entriamo in un campo continuando ad avvicinarci ed aprendoci in linea di fila. Il campo è pieno di erba alta quasi un metro e mezzo e la notte è completamente buia senza luna e con poche stelle. Io ho al mio fianco destro Crack, Antoniuo si muove a circa due metri da me ma io stento a vederlo, come anche stento a localizzare Commando che si trova alla stessa distanza alla mia sinistra. Giunti a circa un centinaio di metri e avendo localizzato l’OBJ grazie alle luci accese dei suoi difensori, Commando chiede la finestra di attacco.
L’arbitro sull’OBJ risponde quasi immediatamente e, altrettanto immediatamente, come per magia, quasi tutte le luci sull’OBJ si spengono. Veniamo messi in stand By per cinque minuti.
La cosa mi pare strana anche perché non c’è NESSUNO prima di noi sull’OBJ che è completamente tranquillo (del resto lo abbiamo tenuto sott’occhio mentre eravamo in avvicinamento per quasi quindici minuti). Ad ogni buon conto all’apertura della finestra attacchiamo. Ci scontriamo contro un’opposizione decisa da parte di difensori perfettamente appostati e mimetizzati, difficili da localizzare, che non accendono alcuna luce restando imboscati.
Caxxo, ci stavano aspettando. In ogni caso, pur a costo di diverse perdite tra noi che siamo costretti ad illuminare ( e quindi a svelare le nostre posizioni) per cercare di individuare i difensori, conquistiamo l’Obiettivo che, alla fine, era illuminato solo da un misero lume a gas e da una lucetta blu che l’arbitro aveva addosso. Esaurita la fase A dell’OBJ con l’eliminazione dei cinque difensori passiamo alla fase E, la localizzazione su mappa della posizione del mortaio dei Narcos.
Qui iniziano le dolenti note, le indicazioni non sono delle più precise e la dichiarazione dell’arbitro che il sito trovasi in Area Operativa ( ovvero nella parte di mappa delimitata dai confini dell’A.O.) porta completamente fuoristrada i nostri cartografi che non riescono ad individuare il sito. Provvedo a formulare una contestazione in merito e ci rimettiamo in movimento dato che l’arbitro ci chiede di sbrigarci dicendo , innanzi ai difensori, di fare presto perché sta arrivando un’altra squadra.
….alla faccia del regolamento di gioco che dice come l’arbitro non debba avvisare i difensori dell’OBJ……….
Edited by Cowboy President - 10/10/2014, 16:37
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