Osama bin Laden
A seguito di un'imponente opera investigativa iniziata nel settembre 2010 che aveva portato ad individuare il rifugio di Osama Bin Laden in un compaund pakistano, il 14 marzo 2011 il presidente Obama riunì i suoi consiglieri per la sicurezza nazionale per redigere un piano d'azione.
Il primo approccio considerato dai vertici americani fu bombardare la casa impiegando velivoli stealth B-2 Spirit, in grado di sganciare 16 bombe JDAM da 907 kg (2.000 libbre) ciascuno. Obama respinse l'ipotesi, optando per un'incursione che avrebbe dato la definitiva prova che Bin Laden fosse lì dentro, limitando al contempo le vittime civili.
il compound in pakistan
Un'altra modalità operativa suggerita dal JSOC fu un "colpo di mano in collaborazione con operativi dell'intelligence pakistana, che sarebbero stati edotti della missione qualche ora prima del lancio". Impiegare RPAS non era apparentemente un approccio praticabile, vuoi per la limitata potenza di fuoco di tali mezzi, vuoi perché il complesso era posto "nella zona di controllo aereo pakistano per la capitale nazionale". Tuttavia, l'operazione guidata dai commando richiedeva abbondanti preparazione ed addestramento per cogliere gli obiettivi della missione, che "prestava maggiori possibilità per fughe di notizie nei mesi successivi, bruciando la missione e spingendo bin Laden a nascondersi molto più accuratamente".
Alcuni membri del Red Squadron del Naval Special Warfare Development Group da Dam Neck (Virginia) iniziarono ad addestrarsi per il raid (il cui obiettivo non era stato loro esposto) dopo l'incontro di sicurezza nazionale del 22 marzo, eseguendo simulazioni presso strutture addestrative su ambedue le coste americane, preparate in modo da ricordare il complesso.
Con il progredire del piano, in aprile, i DEVGRU SEALs iniziarono esercitazioni più specifiche su una replica da 4 000 m² dell'Haveli del Waziristan costruito dentro Camp Alpha, una zona ad accesso limitato dentro all'aeroporto di Bagram, Afghanistan.
Alle ore 8.20 del 29 aprile 2011, Obama si riunì con Brennan, Thomas E. Donilon ed altri consiglieri per la sicurezza nazionale nella Diplomatic Reception Room impartendo l'ordine finale per l'attacco di Abbottabad.
L'azione, deliberata per il giorno stesso, fu rinviata al successivo per la densa copertura nuvolosa in atto.
Dopo l'autorizzazione di Obama, il direttore Panetta diede l'ordine di inizio a mezzogiorno del primo maggio.
l blitz fu eseguito da 24 Navy SEALs elitrasportati appartenenti allo United States Naval Special Warfare Development Group (DEVGRU) del Joint Special Operations Command, che per ragioni legali furono momentaneamente posti sotto il controllo della CIA e di operativi paramilitari di quella stessa agenzia. Secondo The New York Times, furono impiegati nell'attacco un totale di "79 commando ed un cane". Il cane era un pastore belga Malinois chiamato Cairo, i cui compiti non sono del tutto chiari, forse addestrato per la scoperta di esplosivi, oppure specializzato nel perseguimento di tracce. Secondo un resoconto dei fatti il cane era preposto a seguire "chiunque tentasse di fuggire e a mettere in allerta i SEALs in ogni caso di avvicinamento delle forze di sicurezza pakistane". Oltre agli incursori veri e propri, la missione fu appoggiata da un interprete, il conduttore del cane, piloti di elicottero, addetti alla segnalazione tattica, alla raccolta di informazioni e da navigatori muniti di segretissimi visori iperspettrali.
I SEALs penetrarono in Pakistan a bordo di due elicotteri Black Hawk modificati dello 160th Special Operations Aviation Regiment (SOAR) decollati da una base intermedia a Jalalabad, e con base di origine presso l'aeroporto di Bagram. Erano dotati di fucili d'assalto HK416, (muniti di silenziatore) visori notturni e pistole.
I Black Hawk erano di inedito tipo "stealth", ossia (rispetto ai modelli tradizionali) in grado di volare più silenziosamente ed anche più difficili da scoprire con il radar. Ed erano scortati da altri due elicotterim dei CH 47 “Chinook “.
I Chinook, che furono mantenuti in attesa a terra "in un'area deserta grosso modo a due terzi del percorso" tra Jalalabad e Abbottabad, ospitavano due squadre SEAL supplementari consistenti di circa 24 operatori DEVGRU.
Gli elicotteri del 160th SOAR erano altresì scortati da una quantità di aeromobili vari, tra cui caccia ed aerei senza pilota. Secondo la CNN, "l'USAF teneva pure a disposizione un'intera squadra di elicotteri da ricerca e salvataggio". A causa del peso derivante dall'equipaggiamento "stealth" aggiunto sui Black Hawk, il loro carico fu calcolato al grammo, anche considerando le condizioni meteorologiche.
Si scelse di compiere l'azione in un momento di scarso chiaro di luna, in modo tale che gli elicotteri potessero entrare in Pakistan "bassi sul suolo e senza essere scoperti". Gli elicotteri sfruttarono tatticamente la morfologia collinosa della zona e tecniche nap-of-the-earth ("profilo del globo") per raggiungere il complesso senza apparire sui radar e mettere in allarme le forze armate pakistane.
Secondo il piano, una delle squadre SEAL sarebbe discesa con la tecnica fast-rope sul tetto del complesso, mentre la squadra nell'altro Black Hawk sarebbe uscita nel cortile, irrompendo dal piano terra. Ma invece, mentre si eseguiva l'hovering sul bersaglio, uno degli elicotteri subì una condizione di stallo denominata vortex ring state ("anello vorticoso" o “stato di vortice") aggravata dalla temperatura eccessivamente alta dell'aria, e dall'altezza dei muri perimetrali, "che impedì la diffusione della spinta ascensionale del rotore" mandando la coda a "tritare uno dei muri del complesso" e "distruggendo un rotore". L'elicottero "girò su un fianco" mentre il pilota calava precipitosamente il muso del mezzo, "per impedire che si capovolgesse". L'atterraggio fu comunque abbastanza morbido, visto che nessuno dei SEALs, dell'equipaggio o dei piloti riportò serie ferite. I comandanti del secondo elicottero tracciarono un piano di ripiego per atterrare sul tetto del complesso, e gli elementi operativi dei due elicotteri si raccolsero poi sul suolo fuori dal complesso e ripresero il loro assalto.
La fase terrestre del raid antelucano iniziò all'una di notte locale (ore 20.00 UTC del primo maggio) quando i SEALs aprirono una breccia nei muri del complesso con gli esplosivi.
I SEALs s'imbatterono negli occupanti nella foresteria del complesso, nell'edificio principale del piano terra in cui vivevano due maschi adulti, ed al primo e secondo piano dove vivevano Bin Laden e la sua famiglia. Il primo ed il secondo piano furono l'ultima porzione del fabbricato interessata al rastrellamento. Viene riferito che vi fossero "gruppetti di bambini… ad ogni livello, compresa la terrazza della camera di bin Laden".
Oltre ad Osama bin Laden, furono uccisi nell'operazione altri tre uomini ed una donna. Gli individui uccisi furono un figlio adulto di Bin Laden (probabilmente Khālid, forse Hamza), il corriere di Bin Laden (Abu Ahmad al-Kuwaiti), un parente maschio del corriere e sua moglie.
Al-Kuwaiti aprì il fuoco sulla prima squadra di SEALs con un AK-47 da dietro la porta della foresteria, e ne nacque un conflitto a fuoco in cui al-Kuwaiti fu eliminato. Una donna, identificata come la moglie del corriere, fu uccisa durante questo scontro. Il parente maschio del corriere fu colpito a morte dal secondo team di SEALs al piano terra della casa principale prima che potesse raggiungere un'arma ritrovata presso di lui. Il figlio giovane-adulto di Bin Laden corse verso i SEALs per le scale della casa principale e fu freddato dal fuoco della seconda squadra.
I SEALs incontrarono Bin Laden al primo o al secondo piano dell'edificio principale. Bin Laden "vestiva il tradizionale completo casacca-pantaloni dalle linee morbide noto come kurta pigiama", in cui furono poi trovati 500 Euro e due numeri telefonici cuciti nel tessuto.
Bin Laden sbirciò gli americani che salivano le scale da sopra la ringhiera dell'ultimo piano, poi si ritirò in camera sua mentre un SEAL gli sparò un colpo, mancandolo. I SEALs lo rincorsero in camera, e gli spararono. C'erano due armi vicino a Bin Laden nella sua stanza: un fucile d'assalto AK-47 ed una pistola semiautomatica Makarov di fabbricazione russa, ma secondo sua moglie Amal fu ucciso prima che potesse raggiungere il Kalashnikov. Secondo la Associated Presse le armi erano su un ripiano vicino alla porta ed i SEALs non le videro che quando stavano fotografando il cadavere di Osama. Bin Laden fu ucciso da un colpo al petto, seguito da uno sopra l'occhio sinistro, una tecnica chiamata "double tap" ("doppio tocco").
Furono ferite due donne. Secondo ABC News, la quinta moglie di bin Laden, Amal Ahmad 'Abd al-Fatah, fu una delle donne ferite: "Quando i SEALs entrarono nella stanza ove si nascondeva Bin Laden, sua moglie li caricò e le spararono ad una gamba." La figlia dodicenne di Bin Laden, Safiya, fu colpita ad un piede o ad una caviglia da una scheggia vagante.
Quando i SEALs incontravano donne o bambini durante l'incursione, li immobilizzavano con manette o fascette di plastica. Concluso l'attacco, gli americani spinsero gli occupanti sopravvissuti all'esterno "per lasciarli scoprire alle forze pakistane".
Solo la salma di Bin Laden fu asportata dalle forze USA; gli altri quattro cadaveri furono abbandonati nel complesso e successivamente presi in custodia dai pakistani.
Era previsto che il raid durasse 30 minuti. Tutto compreso, il tempo trascorso tra l'irruzione e l'uscita dal complesso fu di 38 minuti. Stando alla Associated Press, sotto il profilo della manovra offensiva prettamente militare, l'azione fu completata nel primo quarto d'ora.
Buona parte del tempo fu consumata per neutralizzare i difensori; "muovendosi cautamente nel complesso, da stanza a stanza, di piano in piano" immobilizzando donne e bambini; sgombrando "nascondigli di armi e barricate", tra cui una finta porta, tre AK-47 e due pistole; e perlustrando il complesso a caccia di informazioni. Il personale statunitense recuperò dal complesso dischi rigidi di computer, documenti, DVD, chiavette USB ed "apparecchiature elettroniche" da analizzare in un secondo momento.
L'elicottero che aveva fatto l'atterraggio di emergenza era danneggiato, non poteva essere adoperato per esfiltrare la squadra di competenza. Il velivolo doveva essere distrutto, per salvaguardare le sue dotazioni segrete, tra cui un'apparente attitudine stealth.
i resti del Blackhawk stealth
Allora, "spostati donne e bambini in una zona di sicurezza", i soldati americani "improvvisarono una procedura di saturazione dell'elicottero con l'esplosivo, e lo fecero saltare in aria". La squadra d'assalto richiese l'invio di uno degli elicotteri di rincalzo, in sostituzione di quello andato perduto. Mentre il comunicato ufficiale del Department of Defense non citava le basi usate nell'operazione, resoconti successivi indicarono che gli elicotteri avessero fatto ritorno all'aeroporto di Bagram. Il corpo di Osama Bin Laden fu poi trasportato sulla portaerei Carl Vinson da un convertiplano V-22 Osprey, scortato da due caccia F/A-18 della U.S. Navy.
Secondo le autorità americane, Bin Laden fu sepolto in mare perché nessun paese ne avrebbe accettato le spoglie. Nelle 24 ore dal decesso di Osama furono celebrati riti religiosi musulmani sulla portaerei Carl Vinson, nel Mare Arabico settentrionale. I preparativi iniziarono alle 10.00 locali e la deposizione in mare fu completata alle 11.00. Il corpo fu lavato, avvolto in un lenzuolo bianco e posto in un sacco di plastica zavorrato. Un ufficiale lesse un sermone religioso preparato e tradotto in arabo da un interprete madrelingua. Dopo di ciò, il corpo di Bin Laden fu disteso su una tavola.
La tavola fu sollevata su un lato ed il corpo scivolò in mare.
Edited by Cowboy President - 20/1/2014, 08:15