DEBRIEFING OPERATION "THUNDER MAUL", Grande Caccia- simulazione non competitiva- 30/31 maggio 2015

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Cowboy President
view post Posted on 15/8/2015, 09:43 by: Cowboy President
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Alla fin fine mission accomplished ma ……..

Crdo che sia comunque il caso di fare qualche considerazione.

Andiamo per punti:

Al mio team , a ben vedere, la missione è comunque servita a far capire agli operatori che non avevano mai provato una manifestazione simile quali possono essere le differenze rispetto ad una normale gara, è servita per ripassare e mettere in pratica TTP che, normalmente, possono passare in secondo piano quando si gareggia e a fa rendere conto di quali sono i limiti fisici e , soprattutto, mentali cui si va incontro nonché a non trascurare nulla dell’equipaggiamento a partire dal semplice calzino per finire con il terzo livello.

Un ripasso, inoltre, non fa mai male e emergono sempre criticità da smussare e miglioramenti da apportare.

Dal punto di vista concettuale la missione, se pur semplice, si è comunque dimostrata appagante e relativamente difficoltosa da realizzare, soprattutto complice il territorio che non offre la minima copertura.

A mio parere, però sono emerse diverse criticità che ne hanno “guastato” la godibilità.

In primis la tempistica con cui sono stati forniti gli OPORD e le mappe.
Per quanto si voglia ricorrere ad internet, al telefono, alle videoconferenze o a quant’altro si voglia in ogni caso per la pianificazione di una missione è necessario SEMPRE un determinato periodo di tempo, tempo che deve necessariamente essere maggiore, soprattutto, quando sono chiamti ad operare in coordinazione tra di loro, team che non hanno MAI operato insieme, con caratteristiche differenti e capacità operative differenti e che si trovano a 120 chilometri l’uno dall’altro.

Di fatto nella realizzazione di “Thunder Maul “, a parte degli scambi di mail e dei colloqui telefonici, non vi è stata NESSUNA possibilità fattiva di coordinamento tra i due team coinvolti nell’interdizione.

Se lo stesso 22° non è riuscito che a fare un’unica riunione di pianificazione prima della missione come sarebbe stato possibile farne ALMENO una con i ragazzi dei Velites?.

Inoltre la manifestazione, non più procastinabile, si è venuta a posizionare in un periodo in cui molti operatori sia del 22° che dei Velites erano impegnati in altro, ed anche il sottoscritto ha dovuto fare i salti mortali per poter essere presente.

Altro “punto dolens” è stata la mancanza di informazioni, con un centellinarsi delle stesse continuo che ha portato a continue variazioni della pianificazione in base alle info che arrivavano.

Se questo può far parte del gioco con riferimento alle informazioni “tattiche” da acquisire sul campo non è però comprensibile ed auspicabile quando questo “centellinare” coinvolge anche le stesse ROE che devono essere chiare sin da subito per consentire a chi gioca di adeguarsi e di porre la propria pianificazione all’interno dei parametri stabiliti tenendo conto di quello che si può o non si può fare ( vedi possibilità di imboscata al Vip, o chiamata degli elicotteri su ogni punto del territorio una volta eliminate le minacce A/A), sono , a volte, particolari determinanti che possono fare la differenza.

Quello che, sinceramente, non ho capito è stato l’attacco “napoleonico” all’aereoporto. Nella realtà lun aereoporto andrebbe attaccato di notte e di sorpresa altrimenti c’è il concreto rischio di essere invischiati in uno scontro campale che difficilmente vedrebbe prevalere gli incursori.
Anche a voler applicare TTP apposite un attacco “face to face” in campo aperto tra due schieramenti di uguale consistenza secondo me si riduce a vedere a “chi tira più lontano” o a chi ha il ROF più elevato. Certamente all’origine di una tale scelta organizzativa ci saranno state delle validissime ragioni ma , purtroppo, dal punto di vista di gioco e simulativo la scelta non è pagante.

Un’ ultimo appunto che va fatto, assolutamente non all’organizzazione ma alla mentalità ed al modo di vivere questo gioco da parte di diversi partecipanti ( dell’uno come dell’altro schieramento) , è il fatto della correttezza in gioco.

Mi domando che senso ha non dichiararsi o barare in un gioco studiato apposta per ricreare una missione operativa?

Non si vince nulla, non si deve dimostrare nulla a nessuno, e, certamente, non è che chi non si dichiara dimostra qualcosa o dimostra di essere più bravo di qualcun altro anzi, è esattamente l’opposto……

ma questo, purtroppo è un fattore costante del nostro gioco/sport con cui, alla fin fine, ci si abitua a convivere ma che, ogni volta che si deve prendere atto della cosa, torna sempre e comunque a deludere ed a lasciare quell’amaro in bocca che puà guastare anche le cose meglio riuscite.

In ogni caso, alla fine, è imperativo e doveroso ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per realizzare questa edizione della Grande Caccia, a partire dall’ideatore Antonello “Green Beret” Riccciardi e dall’impagabile ed insostituibile Gianni “Wolwerine” Reitani” per finire con tutti i ragazzi che si sono dati da fare e si sono impegnati nella realizzazione della manifestazione.
 
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